CGUE e Jobs Act: per la Corte di giustizia in caso di licenziamento illegittimo il lavoratore assunto con il Jobs act non ha diritto alla reintegrazione

La Redazione
17 Marzo 2021

Per la Corte di giustizia europea (sentenza 17 marzo 2021, causa C‑652/19) in caso di licenziamento illegittimo un lavoratore assunto con il Jobs Act non ha diritto ad essere reintegrato e la norma non è contraria al diritto dell'Ue.

Per la Corte di giustizia europea (sentenza 17 marzo 2021, causa C‑652/19) in caso di licenziamento illegittimo un lavoratore assunto con il Jobs Act non ha diritto ad essere reintegrato e la norma non è contraria al diritto dell'Ue.

Il caso deciso dalla Corte di giustizia riguarda il lavoratore K.O. licenziato nel corso di una procedura di licenziamento collettivo che aveva interessato 350 lavoratori tutti successivamente reintegrati dal Tribunale di Milano tranne K.O. per il quale il giudice aveva stabilito non si potesse applicare lo stesso regime di tutela poichè la data di conversione del suo contratto di lavoro a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato era successiva al 7 marzo 2015, data di entrata in vigore del Jobs Act.

Per effetto di tale decreto legislativo, spiega ora la Corte di giustizia Ue, "vi sono due regimi successivi di tutela dei lavoratori in caso di licenziamento collettivo illegittimo. Da un lato, un lavoratore a tempo indeterminato, il cui contratto è stato stipulato fino al 7 marzo 2015, può rivendicare la sua reintegrazione nell'impresa. D'altro lato, un lavoratore a tempo indeterminato, il cui contratto è stato stipulato a partire da tale data, ha diritto soltanto a un'indennità entro un massimale" e tale normativa non è contraria al diritto dell'Unione.

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