Prima casa: cambio d'uso e cittadino non residente che concede in comodato
16 Novembre 2021
Immobile C/2, cambio destinazione d'uso e atto integrativo (Risp. AE 28 ottobre 2021 n. 753). La dichiarazione di voler fruire delle agevolazioni "prima casa" per l'immobile in corso di trasformazione d'uso in abitazione, che non sia stata resa nell'atto di acquisto, può essere rilasciata con un atto integrativo. L'atto integrativo, da redigersi nella stessa forma dell'atto oggetto di integrazione, deve essere registrato in termine fisso, con l'applicazione dell'imposta di registro nella misura fissa, quale atto non avente ad oggetto prestazioni a contenuto patrimoniale, e andrà assoggettato ordinariamente all'imposta di bollo, non ravvisando l'ipotesi di esenzione. Nel caso di specie l'acquisto dell'immobile classificato nella categoria C/2 rappresenta un riacquisto di "altro immobile da adibire a propria abitazione principale" al fine di evitare la decadenza dalle agevolazioni fruite, nel caso di alienazione dell'abitazione agevolata entro i cinque anni dall'acquisto. Per il Fisco, il contribuente dovrà dimostrare la destinazione a propria abitazione principale dell'immobile riacquistato in comproprietà, oggetto del cambio di destinazione d'uso, entro un anno dalla registrazione dell'atto originario. Tale termine, si ricorda, è attualmente sospeso dal 23 febbraio 2020 al 31 dicembre 2021 (art. 24 d.l. n. 23/2020).
Cittadino iscritto all'AIRE, comodato e plusvalenze (Risp. AE 28 ottobre 2021 n. 751). Il cittadino emigrato all'estero che acquisti un immobile in Italia può beneficiare delle agevolazioni prima casa anche qualora conceda a terzi l'immobile acquistato in comodato d'uso. Nel caso di specie, potrà beneficiare dell'IVA al 4% il cittadino italiano iscritto all'AIRE e residente a Londra che acquista un immobile da concedere in comodato gratuito alla madre. In caso di cessione dell'immobile prima del quinquennio dall'acquisto, la tassazione dell'eventuale plusvalenza in capo al figlio, dipende dalla circostanza di fatto che l'immobile sia effettivamente adibito ad abitazione principale dalla madre, familiare titolare del contratto di comodato d'uso (art. 23 c.omma 1 lett. f) e art. 67 TUIR). Sarà onere del figlio fornire prova che tale circostanza si sia, in concreto, verificata.
Fonte: mementopiù.it
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