Osservatorio sulla Cassazione – Dicembre 2021

La Redazione
11 Gennaio 2022

Torna l'appuntamento mensile con l'Osservatorio, una selezione delle più interessanti sentenze di legittimità depositate nel mese di Dicembre.

No al sequestro finalizzato alla confisca diretta dei beni societari entrati nell'attivo fallimentare

Cass. Pen. – Sez. III – 30 dicembre 2021, n. 47299, sent.

La peculiare natura dell'attivo fallimentare derivante dallo spossessamento del patrimonio della società dichiarata fallita è di ostacolo all'applicabilità dell'art. 12.bis, d.lgs. n. 74/2000, che individua, quale limite all'operatività della confisca, l'appartenenza dei beni che costituiscono il profitto o il prezzo del reato a terzi estranei al reato.

Intermediazione: la banca risponde in solido del danno causato dal promotore

Cass. Civ. – Sez. I – 30 dicembre 2021, n. 42054, sent.

In tema di intermediazione finanziaria, la società preponente risponde in solido del danno causato al risparmiatore dai promotori finanziari da essa indicati in tutti i casi in cui sussista un nesso di occasionalità necessaria tra il danno e l'esecuzione delle incombenze affidate al promotore. Questa responsabilità solidale non viene meno per il fatto che il preposto, abusando dei suoi poteri, abbia agito per finalità estranee a quelle del preponente, ma può essere esclusa quando la condotta del danneggiato presenti connotati di anomalia, vale a dire, se non di collusione, quanto meno di consapevole acquiescenza alla violazione delle regole gravanti sul promotore, palesata da elementi presuntivi.

Fideiussioni redatte secondo lo schema ABI: nulle solo le clausole anticoncorrenziali

Cass. Civ. – Sez. Unite – 30 dicembre 2021, n. 41994, sent.

I contratti di fideiussione a valle di intese dichiarate parzialmente nulle dall'Autorità Garante, in relazione alle sole clausole contrastanti con la L. n. 287 del 1990, art. 2, comma 2, lett. a) e art. 101 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, sono parzialmente nulli, ai sensi dell'art. 2, comma 3 della Legge succitata e dell'art. 1419 c.c., in relazione alle sole clausole che riproducano quelle dello schema unilaterale costituente l'intesa vietata, salvo che sia desumibile dal contratto, o sia altrimenti comprovata, una diversa volontà delle parti.

Niente arbitrato per i rapporti contrattuali tra socio e società

Cass. Civ. – Sez. VI – 16 dicembre 2021, n. 40339, ord.

La clausola arbitrale, prevista dallo statuto sociale, è invocabile solo nel caso in cui la domanda abbia ad oggetto rapporti endosocietari e non anche quando la pretesa creditoria azionata in giudizio tragga origine da un contratto con prestazioni corrispettive tra un asserito socio e la società.

La violazione del diritto d'esclusiva costituisce un danno in re ipsa

Cass Civ. – Sez. I – 13 dicembre 2021, n. 39763, sent.

La violazione del diritto d'esclusiva che spetta al suo titolare costituisce danno in re ipsa, senza che incomba al danneggiato altra prova del lucro cessante che quella della sua estensione, a meno che l'autore della violazione fornisca la dimostrazione dell'insussistenza, nel caso concreto, di danni risarcibili, e tale pregiudizio è suscettibile di liquidazione in via forfettaria con il criterio del prezzo del consenso di cui all'art.158, comma secondo, terzo periodo, della legge n. 633/1941, che costituisce la soglia minima di ristoro.

Società sotto sequestro: con la nomina degli amministratori giudiziari quelli ordinari perdono ogni potere gestorio

Cass. Civ. – Sez. III – 10 dicembre 2021, n. 39231, ord.

Nel caso in cui sia adottato un provvedimento di sequestro di beni costituenti compendio aziendale di una società e di nomina di amministratori giudiziari, ex artt. 2-quinquies e 2- sexies della legge 31 maggio 1965, n. 575, non è configurabile alcun “doppio binario”, che faccia coesistere poteri gestori del patrimonio sociale in capo agli amministratori della società, essendo gli stessi riservati in via esclusiva agli amministratori giudiziari.

Anche la società unipersonale può rispondere ex d.lgs. n. 231/2001

Cass. Pen. – Sez. VI – 6 dicembre 2021, n. 45100, sent.

Una società unipersonale a responsabilità limitata può essere soggetta alle sanzioni previste dal d.lgs. n. 231/2001 se, all'esito di un accertamento in concreto, sussistano i presupposti per affermare la responsabilità dell'ente; un accertamento che non è indissolubilmente legato solo a criteri quantitativi, cioè di dimensioni della impresa, di tipologia della struttura organizzativa della società, quanto, piuttosto, a criteri funzionali, fondati sulla impossibilità di distinguere un interesse dell'ente da quello della persona fisica che lo "governa", e dunque, sulla impossibilità di configurare una colpevolezza normativa dell'ente - di fatto inesigibile - disgiunta da quella dell'unico socio. Un accertamento secondo i criteri dettati dal D.Lgs. n. 231 del 2001 di imputazione oggettiva e soggettiva del fatto della persona fisica all'ente, in cui la dimensione sostanziale interferisce con quella probatoria, in cui assume rilievo la distinzione e la distinguibilità fra l'interesse della società e quello della persona fisica del rappresentante. Una verifica complessa che si snoda attraverso l'accertamento della organizzazione della società, dell'attività in concreto posta in essere, della dimensione della impresa, dei rapporti tra socio unico e società, della esistenza di un interesse sociale e del suo effettivo perseguimento.

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