L'ente previdenziale è legittimato ad agire per far valere la sussistenza di un rapporto di lavoro tra committente e lavoratore in caso di appalto irregolare e, conseguentemente, le correlate pretese contributive.

Non basta la verificazione dell’infortunio/malattia professionale per ritenere provata l’inadeguatezza delle misure cautelari adottate dal datore.

Il termine prescrizione del diritto al risarcimento del danno ex art. 2116 c.c. decorre al perfezionarsi dell'età pensionabile.

Il danno da mancata assunzione, per un errore nella valutazione dei titoli, non può essere pari ai compensi non percepiti.

Qualora il datore intenda ridurre l'orario di lavoro ai sensi dell'art. 8 d.l. n. 138/2011, l'accordo con la collettività dei lavoratori interessati non può ritenersi sufficiente.

Non è violato il principio di immutabilità del fatto contestato ove questo sia rimasto sostanzialmente invariato, ma sia stato solo qualificato diversamente in fase di irrogazione della sanzione.

L' occasione di lavoro è esclusa se il danno sia stato causato dalla condotta dolosa di un terzo che in alcun modo è collegato con l'attività lavorativa.

L'INAIL può agire in regresso anche nei confronti del direttore dei lavori corresponsabile dell'infortunio, a prescindere dal fatto che lo stesso sia stato o meno chiamato in causa unitamente al datore.

Il giudice può discostarsi, dandone adeguata motivazione, dal quantum retributivo previsto dal CCNL applicato dal datore, anche se esso è stato stipulato da OO.SS. rappresentative e la retribuzione superi la soglia di povertà ISTAT.

Anche presso una P.A. deve essere garantita la temporaneità del ricorso a contratti di lavoro flessibili, non potendo l'ente pubblico fare ricorso alla somministrazione a termine per esigenze connesse al proprio fabbisogno ordinario.