La mera inerzia, prolungata nel tempo, del lavoratore nel far valere un proprio diritto può essere intesa come rinuncia tacita al diritto stesso?
Considerato il suo carattere equivoco, l’inerzia del lavoratore non può essere intesa come rinuncia tacita a un diritto vantato nei confronti del datore, né quest’ultimo potrebbe eccepire un ragionevole affidamento in tal senso.